Una biografia conterrebbe date.
Per Franco Zaccagnino quella che conta è una.
1953, la sua nascita, in Basilicata, a Lagopesole, alle pendici del castello dello Stupor Mundi, in quella valle di Vitalba che ne avrebbe nutrito lo spirito di vento e di poesia. Un falco lo porta a Sant’Ilario: lì la sua infanzia, il legame viscerale.
Quello il luogo scelto dal tempo.
Lì l’origine dell’Arundo che fruga tra i canneti e che gioca, bimbo curioso e un po’ ribelle, con quei pezzetti di canna che creavano personaggi e storie.